Nome e Cognome: David De Feudis
Ragione Sociale: Doppioclick
Da quanto sei Partner VoipVoice: Dal 2015
In che zona operi: Toscana, principalmente provincia di Firenze e Pisa.
Da quanto tempo fa VoIP: Circa 7 anni, prima ci avevamo provato ma le connettività italiane non erano a mio avviso ancora pronte.
Racconta il tuo case history:
Di cosa aveva bisogno il cliente?
Il cliente ha una rete di distributori di carburante. Da 3 mesi lamentava di avere problemi di connettività nelle varie stazioni e in sede. In particolare, i distributori rimanevano spesso senza connessione e questo generava seri problemi per i pagamenti con le carte e per la trasmissione di alcuni dati fiscali che devono avvenire in tempo reale.
Lamentava inoltre di avere grossi problemi di qualità di voce riguardo la telefonia VoIP, aveva un centralino IP gestito dal precedente fornitore, mentre noi seguivamo solo la parte sistemistica. Ci ha poi affidato il compito di risolvere tutti questi problemi, con qualsiasi mezzo, ma con la piena responsabilità!
Quali tecnologie hai utilizzato?
Abbiamo installato un Firewall in sede e in ogni distributore. In tutte le location sono state messe minimo 2 connettività. Dove disponibile è stata fornita come principale una FTTC, spesso i distributori però sono in zone difficili da raggiungere, infatti molti sono stati collegati in Voipair come principale.
La connettività di riserva è stata fornita con SIM 4G, garantisce un’alta affidabilità e spesso anche ottime prestazioni, oltre a una bassissima difficoltà di installazione.
La più sfortunata è la sede che si trova in zona industriale dove non arrivano bene né ADSL né FFTC, abbiamo messo Voipair e Voipsim a traffico illimitato (in test in anteprima assoluta), quest’ultima soluzione è stata vincente perché funziona davvero bene con tutti i servizi che il cliente usa.
Quali servizi VoipVoice sono stati attivati?
N° 3 FTTC
N° 2 ADSL
N° 5 Voipair
Vari numeri VoIP con vettori diversificati per ridondanza, all’incirca 10
N° 1 Voipfax
N° 7 Voipsim
Il cliente che benefici ha ottenuto?
Abbiamo migrato tutte le connettività dei distributori, abbiamo configurato il nuovo PBX in cloud e i telefoni di ufficio. Questo il 10 marzo. Per la portabilità occorrono circa 15 giorni, per cui per far iniziare a lavorare il cliente con il nuovo sistema abbiamo attivato il trasferimento di chiamata dal numero storico del cliente verso un numero nuovo che è diventato poi il numero di scorta.
A metà marzo c’è stato il lockdown. Il cliente era terrorizzato! Non aveva ancora ben chiaro quale fosse il vantaggio della tecnologia che avevamo loro fornito! In un attimo abbiamo attivato il Client SIP sui cellulari dei dipendenti, mostrato le funzionalità del pannello CTI del centralino con il quale possono chiamare direttamente da pc, chattare, condividere una rubrica unica e altro. Da metà marzo i collaboratori lavorano in smart working da casa usando il proprio cellulare come interno del PBX con il solito interno dell’ufficio. La connettività installata in sede (Voipair+ Voipsim Infinity) ci permette di tenere su le VPN e far lavorare da casa i dipendenti che si collegano al proprio pc di ufficio con Supremo (6 sessioni contemporanee senza rallentamenti). A turno adesso vanno in ufficio, quando ci vanno usano indistintamente il proprio telefono o lo smartphone.
Adesso in sede hanno 2 numeri, il loro storico più uno di riserva in caso di problemi al vettore principale (fatelo sempre! Costa pochissimo e salva la vita!).
Il Voipfax gli ha permesso di inviare e ricevere fax anche da casa tramite la mail. Il fax è tecnologia ormai in disuso ma non nel loro settore.
I distributori adesso non hanno più problemi di connettività e la migrazione dei numeri da RTG a VoIP ha permesso di pareggiare se non diminuire la spesa avendo adesso 2 connessioni + VoIP.
I trunk user ci hanno permesso di far passare anche una trasmissione dati che effettuano alcuni contatori fiscali negli impianti.
Il feedback più bello che abbiamo avuto è che le impiegate ci hanno detto che vorrebbero lavorare sempre in questa modalità, questo ci ha fatto capire che abbiamo fatto centro. Sono tutte molto giovani e alcune hanno bambini anche molto piccoli. Lo smart working ha permesso loro in questo insolito momento storico di lavorare stando vicine alla famiglia.
Aveva mai lavorato in modalità Smart working?
In passato lo avevano usato per collegarsi al proprio pc di ufficio durante le maternità o su necessità, ma questa è stata la prima volta in cui hanno veramente lavorato tutte da casa.
Qual è stata la cosa più difficile da trasmettere per questo nuovo approccio lavorativo?
Essendo una condizione migliorativa è stato facile portarla avanti ed è stata apprezzata subito. L’unica cosa che ha frenato un po’ è il fatto che ad oggi siamo abituati a lavorare ancora troppo con la carta: il fatto di usare un media fisico e non digitale ci da degli obblighi, nel loro caso ad esempio sono costretti ogni tanto ad andare in ufficio a prendere-lasciare il cartaceo.
Cosa diresti a chi non conosce lo Smart Working?
Di prenderlo in considerazione prima possibile perché sarà un nuovo metodo di lavoro, non solo in emergenza. Purtroppo, è servita una pandemia per farlo conoscere alle persone, ma sono sicuro che si diffonderà in maniera altrettanto virale.
Legare il proprio lavoro a una location precisa lo vedo già un concetto vecchio: con un pc, uno smartphone e una connettività il tuo ufficio può essere ovunque.