Il sorriso di Fahlman, l’inventore delle Emoticons

Il sorriso di Fahlman, l’inventore delle Emoticons

“Suggerisco di utilizzare la seguente sequenza di caratteri come indicatore di uno scherzo : – ) . Leggetelo di lato. In realtà, faremmo prima a contrassegnare le cose che non sono uno scherzo, date le tendenze attuali. Per queste, possiamo usare : – ( .”

Attraverso questo semplice messaggio lasciato in una delle prime BBS (Bullettin Board System – le antesignane dei forum group) della Carnegie Mellon University di Pittsburgh nel 1982, Scott Fahlman, all’epoca giovane ricercatore di AI (Artificial Intelligence – la scienza che cerca di far compiere ai computer scelte/azioni come se fossero dettate dalla mente umana), aveva codificato lo Smiley, dando origine a tutti quei simboli che sono stati poi identificati nelle Emoticons prima e nelle Emojii dopo.

primo-messaggioLa sequenza grafica proposta da Fahlman era costituita da tre caratteri: i due punti, il segno del meno e la parentesi ) per “marcatore dello scherzo”, la parentesi ( per indicare le cose serie.

Ma perché c’era bisogno di un Joke-Marker, di un indicatore dello scherzo?

arpanet-1974
ARPANET – 1974

Alla fine degli anni ’70, la Carnegie Mellow University era inserita tra le università statunitensi collegate da ARPANET, la prima rete di computer basata sulla Commutazione a Pacchetti, e i computer a disposizione erano dei grandi terminali, molto lenti, dove si poteva solo scrivere un testo, senza la possibilità di inserire né foto, né immagini né tantomeno video. Una tecnologia completamente diversa rispetto quella a cui siamo abituati oggi.

Per scambiarsi informazioni venivano utilizzate le mail e le BBS, due sistemi di comunicazione che possono essere considerati gli antenati dei Social Network odierni poiché lì vi si affrontavano non solo argomenti seri ed importanti, ma anche questioni private e venivano spesso fatte battute o scherzi, generando il più delle volte incomprensioni.

Fahlman ha ricordato, durante il suo recente intervento al Wired Next Fest 2016 a Firenze, che qualche giorno prima che proponesse lo Smiley come Joke-Marker, c’erano stati non pochi problemi tra docenti e rettore universitario dovuti ad uno scambio di mail sulla possibile perdita di mercurio qualora uno degli ascensori dell’università fosse dovuto andare in caduta libera schiantandosi al suolo: lo scherzo paragonava la discesa/salita dell’ascensore ad un termometro che misurava la febbre. Chiaramente stiamo parlando di un puro umorismo tech-nerd, proprio degli utilizzatori dei computer dell’epoca.

Prima della proposta di Fahlman, c’era stato chi aveva suggerito di inserire l’asterisco * accanto alle frasi scherzose, tuttavia il simbolo * poteva essere utilizzato anche come marcatore di qualcosa che doveva essere approfondito, che aveva bisogno di una specifica ulteriore e questo avrebbe creato inevitabilmente confusione. Oppure chi come Kevin MacKenzie aveva ipotizzato di utilizzare questa punteggiatura )- come simbolo di una linguaccia, dello scherzo appunto, ma la sua idea non trovò seguito e venne presto abbandonata.

La sequenza : – ) ribattezzata fin da subito come Smiley, sorriso, è nata quindi per indicare ciò che non doveva essere preso sul serio, come una frase divertente, e, analogamente, la sequenza : – ( creata per indicare “guarda, non sto scherzando, sono serio” è diventata ben presto il simbolo di qualcosa di triste o di negativo.

Scott Fahlman
Scott Fahlman

Attraverso il suo messaggio, Fahlman ha proposto una codifica del linguaggio testuale grazie ad un simbolo di chiara ed immediata comprensione, il volto umano.

Quello di cui non si era reso conto era l’assoluta viralità della sua idea: Fahlman pensava che il clamore iniziale si sarebbe esaurito nel giro di un paio di mesi, ma così non è stato. Con l’avvento di Internet e la diffusione del WWW grazie a Tim Berners-Lee, i computer iniziarono a circolare non solo nelle università e nelle aziende ma anche nelle case private: chiunque entrasse in contatto con le mail, i forum o i vari messaggi molto spesso includeva il simbolo 🙂 oppure 🙁 per accompagnare le sue parole.

emoticons
Elenco di Emoticons

: – ) è stato identificato fin da subito non solo come marcatore dello scherzo ma proprio come espressione dell’emozione umana della gioia, della felicità e della positività. Lo Smiley era diventato Emoticon Emotion Icon, un modo facile e intuitivo di esprimere le emozioni umane attraverso una sequenza grafica, l’icona appunto. Il termine Emoticon viene tradotto in italiano con la parola “faccina”, proprio a voler rimarcare quello che è il forte collegamento tra il volto umano e quelle sequenze grafiche che di lui vogliono esprimere le emozioni.

Faccina arrabbiata, piangente, stupore, bacio, sorriso a 24 denti, dispiacere: per moltissime emozioni umane è stato creato un simbolo preciso. Tante anche le varianti che si sono sviluppate: dall’abbreviazione dei caratteri togliendo il trattino del meno centrale : ) e : ( (Fahlman è solito definire questi simboli con disprezzo perché gli ricordano il volto di una rana), passando poi per le Kamoji, le Emoticons giapponesi così rappresentabili (*_*).

Emojii
Emojii

Partendo dall’analisi delle Emoticons e del ruolo che avevano nella comunicazione web, Shigetaka Kurita ha dato vita alle Emoji, dei simboli pittografici che hanno iniziato a diffondersi prima in Giappone alla fine degli anni ’90 e poi nel resto del mondo: il suo scopo era creare nuove icone che permettessero ai giovani di esprimersi utilizzando meno caratteri possibili di quelli permessi per l’invio di un messaggio.  Dalle faccine tonde e colorate, arricchite da espressioni sempre più bizzarre, siamo poi passati a simboli rappresentativi di persone, città, cibi, animali, stagioni, bandiere etc.

Facebook Reactions
Facebook Reactions

Facebook Reactions, introdotte ad inizio 2016, sono un’altra testimonianza di quanto sia importante per ogni individuo esprimere la propria emozione nel mondo Web e dei Social Network. Dal classico “Mi Piace” adesso è possibile dire se quel post/foto/video/link mi piace, ne sono innamorata, mi fa ridere, mi rende triste oppure arrabbiata.

Io insieme a Scott Fahlman al Wired Next Fest 2016
Io insieme a Scott Fahlman al Wired Next Fest 2016

 

Il 19 settembre 2016 è ricorso il 34 compleanno dello Smiley e, anche se il suo significato è cambiato rispetto all’inizio, il sorriso di Fahlman ha aperto le porte alla diffusione delle emozioni sul Web e sui Social Network.

 

Anche noi vogliamo fare la nostra parte! Con Inside Factory, il Brand powered by VoipVoice che si occupa di Formazione, E-Learning, Marketing e Organizzazione di Eventi, lavoriamo proprio sulle emozioni umane cercando di rappresentare un valore aggiunto per chi ci sceglie. Vogliamo emozionarci prima noi, guardandoci dentro, e attraverso la scelta di immagini e parole giuste, location fuori dagli schemi, la costruzione di una storia e lo StoryTelling, provare a regalare un’emozione anche agli altri, un sorriso extra-ordinario, perché “un sorriso è immediatamente riconoscibile da qualsiasi persona nel mondo, a prescindere dalla cultura”.

a cura di Martina Giacomelli 

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